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Fleishman è a pezzi, ma anche i quarantenni non stanno bene.

amore famiglia libri novità relazioni serie tv Mar 18, 2023
 

"Questa era la cosa che lei non aveva mai capito: che l'ambizione non è qualcosa che tende sempre e solo verso l'alto. A volte quando si è felici, è come saltellare sul posto"

Taffy Broadsser- Akner – Fleishman è a pezzi

 

Era da tanto che una serie tv non mi prendeva così tanto. E lo ha fatto perché il grado di immedesimazione è altissimo.

È una serie (come il libro) sul diventare adulti: come si fa a diventare adulti, costruire famiglie, in maniera diversa dai nostri genitori? Qual è la distanza tra noi stessi e gli impegni che ci prendiamo con gli altri? Dove possiamo trovare la nostra libertà in una famiglia? Come è possibile ridefinire la genitorialità uscendo dagli assetti che ci hanno insegnato

Come possiamo non distruggerci di malinconia sentendo il tempo che passa (come posso risalire a un momento in cui la mia vita non era ancora un diluvio di obblighi, bensì un'infinità di scelte, tutte destinate a insegnarmi qualcosa sull'esistenza e sul mondo e non a sfregiarmi indelebilmente per il resto della vita? Si domanda ad un certo punto Libby), perché ci ritroviamo ad un certo punto tutti a voler urlare come Rachel (Claire Danes) in puntata 7?

 
Fleishman è a pezzi, ma anche i quarantenni non stanno bene.

Era da tanto che una serie tv non mi assorbiva completamente con altissimo margine di immedesimazione. "Fleishman è a pezzi"- con chiaro riferimento alleniano nel titolo- è una serie che parla di noi: vecchi millenials alle prese con il difficile compito di diventare adulti. Si parla di divorzio, depressione post- partum, femminismo, nuovi assetti genitoriali, amore, amicizia, di quanto cara sia Manhattan e quanto difficile sia adeguarsi ai suoi standard per sentirsi a proprio agio nel gruppo delle mamme ricche che fanno pilates. Di come fare i genitori, costruire famiglie in questi tempi in cui i ruoli e i modelli sono cambiati (fortunatamente), ma gli equilibri all'interno delle coppie spesso saltano per incapacità di ascoltarsi e capirsi.

È una serie tv altamente letteraria perché è tratta dal bellissimo romanzo omonimo di Taffy Brodesser-Akner che ha curato anche la trasposizione in audiovisivo e ha fatto una specie di piccolo miracolo (perché è cosa che riesce a pochi, soprattutto agli scrittori che decidono di lavorare loro stessi alle trasposizioni): prendere il proprio lavoro, tradirlo quel tanto che basta per adattarlo ad un altro media. Focalizzandosi sui punti di forza, ripulendo quello che in un altro formato non funziona.

Come nel romanzo, anche nella serie tv pare che il protagonista sia uno, ma in realtà sono in tanti. Il racconto si concentra inizialmente su Toby, medico ospedaliero da poco divorziato che si alza una mattina in una nuova vita fatta di app di incontri con la moglie che gli lascia i figli e poi scompare. La prima parte – e le prime sei puntate della serie- si focalizza su di lui attraversando il suo punto di vista che è dichiaratamente filtrato dalla narratrice della storia, Libby, l'amica di una vita che ha sempre sognato scrivere, ha fatto la giornalista e poi ha mollato tutto per trasferirsi fuori città con marito e bambini. Dietro a Libby si nasconde dichiaratamente proprio Taffy Brodasser- Akner, la cui biografia rispecchia non di poco quella della sua protagonista. Una storia nella storia che di solito funziona molto bene sulla pagina scritta, meno al cinema o in tv. In questo caso invece la voce fuori campo che ci fa apparire Toby da subito il personaggio di un racconto non stride e nemmeno stanca. E risulta ancora più credibile quando nelle ultime due puntate il racconto viene rivoluzionato aprendosi allo sguardo degli altri: la sua ex moglie, Libby stessa e Seth, l'amico irriducibilmente single che sceglie di fidanzarsi.

Quello che emerge è un racconto polifonico su quanto sia difficile diventare grandi, salutare i ventenni che eravamo e conciliare le ambizioni personali con le esigenze di un nucleo familiare e di una fase di una vita diversa.

La struttura della storia e i personaggi, da romanzo a serie tv, non cambiano di molto. Nel romanzo c'è un maggiore approfondimento sulle dinamiche della coppia Toby- Rachel con episodi che nell'economia della serie non vengono riportati.

"Questa era la cosa che lei non aveva mai capito: che l'ambizione non è qualcosa che tende sempre e solo verso l'alto. A volte quando si è felici, è come saltellare sul posto"

Dice ad un certo punto Toby. E la domanda di serie e romanzo sta tutta lì: dove va a finire la felicità quando pare che tutto sfugga? La risposta è disseminata nei personaggi, nelle loro scelte, i bias cognitivi, le paure e ambizioni. In cui ognuno può riconoscere un pezzo di sé e trovare lo stimolo per riraccontare la propria storia, magari da un punto di vista diverso.